MITI D'ACQUA

C’è stato un tempo in cui il dialogo con le rocce, gli alberi, i cervi, i
fiumi... era ancora vivo, e intenso, immersi in un mondo naturale di tanta
potenza e bellezza, era lo stupore.
Turbati dal sentimento di una parentela misteriosa, gli esseri umani
potevano sentirsi quasi risucchiati nel turbine di un flusso vitale creatore
di straordinarie forme viventi... Nelle metamorfosi acquatiche di Ovidio
ritroviamo i frammenti di questo sentimento perduto, dove il mondo
delle passioni umane e quello degli elementi naturali vivono ancora in un
contatto fecondo di straordinari riflessi. Fonti, fiumi, laghi vivi, abitati da
‘geni locali’ ci parlano del loro valore irriducibile nelle storie di Aretusa,
Ermafrodito, Atteone.
Sono acque fresche che in limpide superfici scherzano con luce e
riflessi; acque profonde che cantano, in gorghi torbidi, di oscurità
fertili e inconsce; sono acque dal respiro infinito. Ascoltare questi
miti accanto ad una fonte o in un bosco, nella qualità artistica della
narrazione orale di Sista Bramini e della musica performativa originale
di Camilla Dell’Agnola, può evocare l’emozione pura, inconsueta, di
un’appartenenza reciproca, forse dimenticata, tra ciò che scorre dentro
di noi e ciò che scorre fuori, nella natura circostante.