LA SORELLA DI GESUCRISTO

Una storia tanto semplice quanto terribile. Una ragazza prende in mano
una pistola Smith & Wesson 9 millimetri e attraversa tutto il paese per
andare a sparare al ragazzo che la sera prima, il venerdì santo della
passione, l’ha costretta a subire una violenza. Una camminata semplice,
determinata, senza appelli, pubblica, che obbliga tutti coloro che la
incontrano a prendere una posizione netta nei suoi confronti e al tempo
stesso a svelare i retroterra emotivi e culturali sui quali la posizione che
esibiscono si basa. Una ragazza che in virtù di quell’atto improvviso e
inaspettato è costretta a crescere, a diventare donna, a superare gli
sguardi e i pregiudizi che a questi sguardi corrispondono, superando
i quali supera anche i pregiudizi stessi, come se anche questo fosse un
viaggio iniziatico che dall’infanzia porta diritti nel mondo degli adulti.
Ma qual è la via per rimettere tutto al suo posto? È giusto usare la violenza
per riparare ad una violenza? E se così non fosse che alternative avremo?
Un racconto lineare e scorrevole, strutturato secondo una forma classica,
che si districa attraverso l’ironia, compagna di leggerezza e sorriso,
per una comprensione più emotiva e consapevole che razionale, non
tralasciando come alter-ego della narrazione né l’ordine del profondo
né del necessario.