Liberamente ispirato al romanzo I ragazzi della 56ª strada di S. E. Hinton, la frase del poeta Robert Frost, che dà titolo allo spettacolo, vuole sottolineare la fugacità e la fragilità dell’esistenza umana, tema questo caro a Francesca Selva che sempre fa riferimento alla caducità dell’uomo. In scena quattro danzatori, una quotidianità, normale ma nello stesso tempo sublime nella sua semplicità. Con la leggerezza del commento musicale, ispirato alle sonorità barocche che lasciano un senso di impercettibile malinconia, a tratti beffarda nella sua sontuosità.
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