VANESSA_PRIMO STUDIO E ANIMALIA (PRIMO SGUARDO)

 VANESSA_primo studio e ANIMALIA (primo sguardo)

VANESSA
Progetto a cura di Beatrice D’Amelio
Con il supporto di Incubatore per futur_ coreograf_ C.I.M.D. Danza Milano 2024, Produzione B-ped
collaborazione drammaturgia Beatrice Capanni

La Vanessa Atalanta è una farfalla tipica delle regioni mediterranee. Come tutte le farfalle, attraversa un processo di metamorfosi che la porta a trascorrere gran parte della sua vita in una forma considerata poco attraente, quella del bruco. Solo in seguito si trasforma, rivelando la sua bellezza e guadagnandosi l’ammirazione dello sguardo esterno.
Vanessa affronta il tema della repressione del corpo nella società contemporanea. La scena è dominata da un telo di plastica, una barriera semitrasparente che separa e al tempo stesso rivela, creando un confine ambiguo tra libertà e oppressione. Il movimento si articola tra tentativi di adattamento, ribellione e trasformazione, ponendo al centro la tensione tra il desiderio di espressione e i limiti imposti dall’esterno. Il lavoro nasce da una riflessione sulle costrizioni, visibili e invisibili, che regolano il corpo nello spazio sociale e si sviluppa attorno alla relazione tra il corpo, inteso come soggetto, ed il telo, che diventa una seconda pelle, separando l’interno dall’esterno. La plastica diviene simbolo di un vincolo imposto, ma anche di un habitat naturale all’interno del quale si è destinati a nascere e che può essere attraversato, deformato, abitato o infranto.

ANIMALIA
Autrice e performer: Elisa Quadrana
MI SIEDO E CERCO E CAREZZO E RICERCO E HO PAURA E SENTO MI IMPENNO.
VI TOCCO.
MI PIACE. GUARDARVI NEGLI OCCHI
LA VOLPE LO SA: C’E’ IL MONDO DEI SOGNI NEGLI OCCHI DEGLI ALTRI.

Primo studio di una danza che viene abitata dall’ empatia viscerale ed evocativa dello sguardo. Sguardo che ascolta, che si proietta e gioca con quello che riceve trasformandosi in movimento, creando suggestioni del privato tra performer e spettatore attraverso la danza.
Il processo visionario, ipnotico e creativo dello sguardo e della percezione sensoriale che si crea, si tramuta in un movimento che vuole ricercare una danza di ascolto, evocativa di un linguaggio coreografico di ricerca personale che mira a diventare un’esperienza visiva sensoriale. Un campo vuoto che viene riempito e trasformato continuamente attraverso zone temporaneamente abitate dalla danza dell’anima-animale.
Protagonista infatti è proprio il corpo che, cadendo in questo profondo stato di ascolto visivo, insegue il fulmineo percorso dei circuiti immaginari, fisici ed emotivi che catturano e collegano punti lontani dello spazio e del tempo, avendo come urgenza quella di portare in scena le verità del toccare il privato, dell’empatia e dell’ascolto.


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